Le protesi mammarie sono dispositivi medici comunemente utilizzati per migliorare l'aspetto del seno o per scopi di ricostruzione in seguito a un intervento chirurgico, trauma o mastectomia. Negli ultimi decenni, l'industria delle protesi mammarie ha fatto progressi significativi in termini di materiali, design e tecnologie, offrendo alle donne un'ampia gamma di opzioni personalizzabili. In questo articolo, esploreremo le diverse tipologie di protesi mammarie attualmente disponibili sul mercato.
Saltiamo la classica lezione di storia sull'argomento ed andiamo ad esaminare quelle che sono tutte le alternative sul mercato, quelle che vengono proposte o "sposate" dai chirurghi, ed i relativi benefici e possibili difetti o complicanze correlate.
Ho lavorato più di 20 anni in questo specifico settore vorrei affrontare l'argomento a tutto tondo senza condizionamenti commerciali o personali che non ho.
Cominciamo con il dire che in Italia ed in Europa l'unico tipo di protesi mammaria che viene presa in considerazione è quella in silicone riempita in gel di silicone. Non vengono utilizzate protesi saline (involucro in gel di silicone riempipte con soluzione salina), tantomento protesi con altri tipi di riempimento al di fuori del gel di silicone.
Le protesi mammarie si differenziano principalmente per:
La forma delle protesi può essere Anatomica (a goccia) o Rotonda. Negli ultimi anni si è affermata una protesi Ergonomica che pretende di avere una forma dinamica che dal rotondo passa all'anatomico, ma pur essendo un ottimo prodotto, questa caratteristica è più uno stratagemma di marketing.
La forma anatomica è stata grandissima protagonista negli anni 90 - 2000. Insieme alla tecnica dual plane era una sorta di dogma. Allora il gel era "coesivo" e la protesi veniva chiamata "Form Stable", ossia era talmente rigida che manteneva la forma anatomica e naturale. Seno bello a vedersi ma se lo toccavi semrava un sasso morbido.
Con i passare degli anni, i chirurghi si sono accorti che questo tipo di impianto, indipendentemente da chi fosse prodotto, tendeva a ruotare all'interno della tasca chirurgica, portando un seno dalla forma naturale ad una vera e propria deformazione.
Quindi abbiamo assistito ad un progressivo ritorno alla forma rotonda, che da un effetto meno naturale, ma scavalca il rischio della rotazione ( se ruota il risultato non cambia).
Da qui, osservazione del tutto personale, il progressivo peggioramento dei risultati estetici.
Come accennato le protesi di ultima generazione pretendono di essere entrambe (effetto anatomico con base rotonda), ma spesso non è cosi.
La superficie è sempre stato un elemento importante, quasi fondamentale quando si parlava di protesi, e lo è ancora. La superficie è quella che entra a contatto ed interagisce con in tessuto e che comunica ad esso la sua entità di corpo estraneo, che il corpo umano si vede costretto a contrastare.
I tipi di superficie possono essere 5 anche se nella classificazione ISO-2018 vengono raggruppati in tre, ma questa distinzione è importante:
Superficie Liscia:
La superficia liscia è stata la prima ad essere utilizzate nelle prime protesi mammarie in silicone. Negli anni 80 e 90 è stata ian piano abbandonata perchè si pensava fosse causa di numeroi problemi, primo tra tutti la contrattura capsulare. A distanza di decenni la protesi liscia garantisce le stesse perfomance e sicurezza delle protesi testurizzate o ricoperte in poliuretano, la percentuale di contrattura capsulare non differisce in maniera significativa, ma è comunque una soluzione datata.
La capsula che si forma intorno all'impianto è comunque rilevante sintomo di una reazione infiammatoria non diversa dalle protesi testurizzate.
Superficie a bassa rugosità o (nanotesturizzata):
Supericie microtesturizzata:
Superficie macrotesturizzata:
Superficie in schiuma di poliuretano: